FEBBRAIO 2022 - MASSIMO MAZZER SU “GAIA” METTE I NUMERI SUI FUTURI DELL’ENERGIA ELETTRICA VERDE
Con un articolo breve Mazzer illustra in termini semplici il percorso verso la transizione energetica adatto ai nostri territori
Il CEA riprende un lavoro di Massimo Mazzer che fin dal suo titolo, “La via della transizione energetica è obbligata ma la destinazione è una scelta”, rivela la sua particolare attualità. Uno scritto che fa leva sull’evidenza dei numeri e sui vincoli fisici che impongono al nostro territorio la scelta del fotovoltaico, una via obbligata, ma nello stesso tempo vantaggiosa sotto tutti i punti di vista. Di seguito alcuni passaggi chiave.Ove l’irraggiamento solare è sufficientemente intenso, non esiste tecnologia per la generazione di energia elettrica che sia più sostenibile e meno costosa del fotovoltaico dato che il costo di produzione di celle e moduli fotovoltaici è in continua, forse inarrestabile, discesa.
Oggi, anche al netto delle esternalità e dei costi “nascosti”, l’energia elettrica da fotovoltaico costa meno di quella prodotta da fonti fossili, o da nucleare. È finito, quindi, definitivamente il tempo in cui l’adozione di queste tecnologie dipendeva in modo cruciale dagli incentivi.
Resta sul tappeto il problema dell’impatto sull’uso di suolo e sul paesaggio di un uso massiccio di sorgenti di energia elettrica “non programmabili”, come solare ed eolico. Tuttavia, le superfici richieste saranno sempre minori. Se oggi, con i prodotti disponibili sul mercato, occorrono 4.5mq di moduli fotovoltaici per generare 1kW di potenza di picco, nel 2030 basteranno invece 3.3mq per produrre la stessa energia.
Se volessimo produrre con impianti fotovoltaici a terra tutta l’energia elettrica consumata in Italia avremmo bisogno di circa 3000kmq di superficie. Ma se utilizzassimo solo i tetti e coperture, ove non è necessario distanziare i pannelli per evitare l’ombreggiamento, per soddisfare lo stesso bisogno nazionale basterebbero circa 1200kmq (circa il 20% del terreno occupato da tutti gli edifici italiani) e questo senza tener conto del contributo del fotovoltaico integrabile sulle facciate.
Altro aspetto da verificare è la capacità della rete di gestire i carichi. Sappiamo però che Terna, il gestore della rete nazionale di alta tensione, ha già elaborato uno scenario di fattibilità, detto ‘decentralised’, basato sulla generazione diffusa, soprattutto fotovoltaico accoppiato ad accumulo, e su una maggiore elettrificazione dei consumi finali, in particolare sull’uso delle pompe di calore in sostituzione degli impianti di riscaldamento a gas.
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Vedi intervista con specifici riferimenti a Parma su “il parmense” del giugno 2021:
https://www.ilparmense.net/energia-rinnovabile-fotovoltaico-parma-intervista-mazzer/
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